mercoledì, febbraio 28, 2007

Castagneti della Calvarina


Nella parte alta di Arzignano, tra contrada Marana e Salvadori, si trovano i castagneti più estesi del territorio comunale. Non sono veri e propri castagneti da frutto: si tratta di boschi per lo più cedui, con rilascio di qualche "marronaro" qua e là, in stato di parziale abbandono, boschi sfruttati per lo più per la legna da ardere e meta di abbondanti "saccheggi" quando è tempo di castagne e di funghi.





L'anticipo della primavera è sotto gli occhi di tutti, ma nei boschi i colori vivaci dei fiori spiccano in tutta la loro freschezza e non smettono di stupire.
Il bianco smagliante dell'Erythronium dens-canis ("Dente di cane"), fiore di effimera bellezza, il verde pallido dell'Helleborus foetidus, il violetto dell'Hepatica nobilis (erba trinità o anemone epatica) fanno sfoggio di sé, anticipando di un buon mese la loro fioritura rispetto agli anni passati.




Valletta dei frassini ed ontaneta di via Zini


Salendo lungo via Marchetti ci si inerpica progressivamente sempre più in alto, raggiungendo presto le colline più alte di Arzignano nei pressi del confine con Roncà. I boschi che circondano la Valle dei Sandri, nelle sue due diramazioni, sono ricchi di robinia, nocciolo, sambuco aceri ed olmi, denotando che i boschi lungo le vallette sono stati trattati per lo più a ceduo, per trarne legna da ardere. Girando a pochi metri dal confine verso sinistra, si attraversa una piccola valletta, popolata per lo più da frassini (Fraxinus excelsior), avvantaggiati dalla freschezza della valle, accompagnati nel sottobosco da sambuco e qualche olmo. I frassini si riconoscono facilmente per la corteccia liscia e grigio chiara, che presto diventerà rugosa con l'invecchiamento degli alberi, e i ciuffi di frutti (samare alate) che pendono alle sommità dei rami per tutto l'inverno. Le gemme apicali sono caratteristiche, a forma di lancia e di colore molto scuro, quasi nero, accompagnate poco più in basso da altre due gemme simmetriche ai lati opposti del rametto. Si distinguono dall'orniello perchè questi ha gemme di colore più chiaro, sul grigio, e frutti con ali più corte.
Guardando su tra le chiome si osserva tuttavia una diversità: alcune sono ricche di frutti, altre al posto dei frutti sono piene di grumi bruno-marroni, per effetto dei patogeni.




Da quassù si gode un bel panorama, e si può apprezzare anche l'ottima cucina dell'agriturismo "Da Celestina", che cito qui per la presenza, davanti all'ingresso di un gelso di ragguardevoli dimensioni, potato probabilmente ogni anno per contenerne la fruttificazione.






Scendendo poi lungo via Zini si può osservare sulla destra una formazione di Ontani neri. Incuriosito per l'insolito ritrovamento in pieno versante collinare, scopro che effettivamente l'area è ricca d'acqua, affiorante in alcuni punti, con la presenza degli equiseti. Il boschetto è in parte arginato e proprio all'interno dell'argine si trova l'affioramento dell'acqua. Anche il prato sottostante tuttavia è ricco di umidità e si presenta soffice e rigoglioso.




martedì, febbraio 27, 2007

Che fine hanno fatto i grandi alberi?


Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale riporta l'elenco dei grandi alberi della provincia di Vicenza, indicando all'art.42 delle norme tecniche:
"I Comuni, in sede di pianificazione, integrano l’elenco precedente individuando altri Grandi Alberi presenti nel territorio comunale e stabiliscono apposite misure per la tutela, il ripristino e la valorizzazione degli assetti vegetazionali arboreo-arbustivi presenti e dei sistemi ecologici in essi localizzati.
In particolare i Comuni dettano misure specifiche per la tutela e la conservazione dei grandi alberi dell’elenco di cui all’Alllegato C, vietando tutti gli interventi che possano comprometterne l’integrità.
In caso di lavori relativi al sottosuolo stradale o di manutenzione dei corsi d’acqua i Comuni provvedono, in particolare, a non comprottere l’apparato radicale dei Grandi Alberi.
La Provincia di Vicenza propone alle commissioni per l’istituzione e la revisione del vincolo paesaggistico la dichiarazione di notevole interesse pubblico di ambiti territoriali circostanti i Grandi Alberi, considerati quali immobili ed aree di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art. 136 del D.L.vo 42/2004 .
La Provincia di Vicenza, con motivata richiesta ai sensi dell’art. 14 del D.L.vo 42/2004, propone alla Soprintendenza l’avvio del procedimento per la dichiarazione dell'interesse culturale di particolari contesti ambientali dei Grandi Alberi."

Nel territorio comunale di Arzignano sono indicati tre alberi: il pioppo cipressino di Villa Salviati (http://arzignanonatura.blogspot.com/2006/08/cosa-resta-dei-pioppi-monumentali.html), i due platani di via Campo Marzio, di cui resta ormai soltanto il platano davanti all'ingresso del cinema Charlie Chaplin, ed il Moraro di via Giorio.



Si tratta di un gelso bianco (Morus alba)con una circonferenza a 130 cm dal colletto che supera i 3,30 m, di età presunta plurisecolare. Il fusto è inclinato e cavo all'interno, la chioma leggermente asimmetrica.



All'interno del tronco cavo cresce un gelsomino d'inverno (Jasminum nudiflorum)che con la sua brillante fioritura segnala la primavera ormai alle porte. Il gelsomino all'interno dell'albero è una curiosità sicuramente di origine antropica che ha dato origine ad un esperimento estetico riuscito. Rimane incerto l'effetto dell'apparato radicale del gelsomino all'interno del fusto, che se da un lato tiene asciutto l'interno dell'albero, dall'altro può contribuire alla sua degradazione con gli essudati radicali.


Accanto ai tre grandi alberi menzionati, nella redazione del Piano di Assetto del Territorio si potranno aggiungere altri alberi, che non solo per dimensione o per età, ma anche per posizione, storia e per l'inserimento nel paesaggio possono essere valorizzati e tutelati. E' il caso per esempio del grande ippocastano di Castello, all'inizio di via degli Scaligeri, e di numerosi altri alberi in parte menzionati nel blog. Riportiamo qui alcune fotografie di un "Maronaro" di via Gonzati a San Zeno e le "Morarine" all'ingresso di viale Vicenza, residuo di una modalità di coltivazione antica, al delimitare dei campi, per l'allevamento dei bachi da seta.





mercoledì, febbraio 21, 2007

Pozze d'acqua e aree umide


Ad Arzignano vi sono ancora alcune aree "umide", oltre ai "Fossi di Tezze" e alla piccola area presente in Val del Borlo (http://arzignanonatura.blogspot.com/2006/09/val-del-borlo.html).
Vi è una pozza nei pressi di via Calpeda, di forma ellittica al centro di un'area agricola.




Lo stagno è ricoperto di uno strato di foglioline verdi, la Lemna minor, chiamata anche "peste di palude" a causa del suo elevato potere di diffusione. E' la più piccola e semplice pianta a fiori; l'intera pianta assorbe i nutrienti direttamente dall'acqua e non attraverso la radice. Lo specchio d'acqua è circondato da Ontano nero e salici (gli "stropari") da cui si ricavano le "strope", rametti adatti a legare tralci e fusti di vite.



Anche nella zona più a nord di Arzignano, lungo il confine tra Arzignano e Trissino, vi sono alcune pozze e un'area umida, dove si possono trovare la cannuccia di palude Phragmites australis, bambù, giunchi ed equiseti.








I prati sono saturi d'acqua, in taluni punti con scorrimento superficiale. Il fosso al centro del campo raccoglie le acque e le conduce ad un piccolo stagno, simile allo stagno di via Calpeda, anch'esso circondato da ontano e salici, posto appena fuori dal comune di Arzignano in territorio di Trissino.




Fossi di Tezze

L'area denominata "Fossi di Tezze" si trova in prossimità del ponte delle Tezze sul Guà, a ovest di via Restena, tra la strada e il colle che di lì sale verso Castello.
Si tratta per me di una sorpresa perchè non conoscevo la bellezza di questi luoghi, caratterizzati dall'alternarsi di prati e fossati circondati da filari di Ontano nero, con il caratteristico portamento che soprattutto d'inverno richiama il portamento piramidale degli abeti e dei larici e il fogliame verde scuro che rinfresca d'ombra le rive.
I fossati hanno da tempo richiamato l'attenzione per la loro importanza naturalistica, ospitando numerose specie di anfibi, rettili e uccelli.
L'Azienda Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) ha pubblicato nel 2004 il CENSIMENTO DELLE AREE NATURALI "MINORI" DELLA REGIONE VENETO. La pubblicazione cita e definisce i confini di due aree in comune di Arzignano: i "Fossi di Tezze" e le "Rotte del Guà".



La superficie dei "Fossi di Tezze" interessa complessivamente 162 ettari, con un'altitudine media di 108 metri sul livello del mare. Si sviluppa su un'area agricola ricca di fossati, delimitata dai torrenti Carlette e Restena.

La flora annovera specie tipiche delle zone umide: Cannuccia di palude (Phragmites australis), Lisca maggiore (Typha latifolia), Carici (Carex sp.), Giunchi (Juncus sp.), Ranuncolo acquatico (Ranunculus aquatilis), Gamberaja (Callitriche sp.), Erba trinità (Hepatica nobilis), Anemone bianca (Anemone nemorosa), Primula comune (Primula vulgaris), Viole (Viola sp. pl.), Elleboro verde (Helleborus viridis), Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis), Pervinca minore (Vinca minor).
Le siepi sono costituite da Biancospino comune (Crataegus monogyna), Fusaria comune (Euonymus europaeus), Corniolo sanguinello (Cornus sanguinea), Farnia (Quercus robur), Platano comune (Platanus hybrida), Ontano comune (Alnus glutinosa), Acero oppio (Acer campestre), Olmo comune (Ulmus minor).

Sono presenti numerosi anfibi tra cui: Rana verde (Rana esculenta), Raganella italica (Hyla intermedia), Rospo smeraldino (Bufo viridis), Rospo comune (Bufo bufo), Rana agile (Rana dalmatina), Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e crestato (Triturus carnifex), Salamandra pezzata (Salamandra salmandra). Tra i rettili : Biacco (Coluber viridiflavus), Saettone (Elaphe longissima), Natrice dal collare (Natrix natrix) e tassellata (Natrix tessellata). Tra gli uccelli si può osservare la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e il Martin pescatore (Alcedo atthis). Tra i mammiferi interessante è la presenza di: Volpe (Vulpes vulpes), Donnola (Mustela nivalis), Faina (Martes foina) e Tasso (Meles meles), con l'avvistamento nell'ultimo anno di numerosi Scoiattoli (Sciurus vulgaris).


I prati si stendono sulla pianura di tipo alluvionale e si presentano rigogliosi e regolarmente concimati, capaci di offrire cibo e riparo per numerose specie di uccelli migratori. Anche per questo motivo l'area è stata considerata una "Stepping stone" nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza, un'area cioè nella quale gli animali e i vegetali possono vivere, riprodursi e spostarsi con facilità, un'area in cui la provincia si propone di porre in essere interventi di tutela e miglioramento delle funzioni ecologiche e paesaggistiche. I "Fossi di Tezze" sono collocati accanto all'area della "Rotte del Guà" e in continuità con esse e più anord con il "Bosco di Costalta" e i "Bojoni di Restena" costituiscono un'area continua e ininterrotta di pregio naturalistico e ambientale certamente da tutelare.




Tra le pubblicazioni che citano l'area ci sono:

• CENSIMENTO DELLE AREE NATURALI "MINORI" DELLA REGIONE VENETO, ed Arpav
• AA.VV., 1994 - Atlante degli uccelli nidificanti nella Provincia di Vicenza. - Gruppo Vicentino di Studi Ornitologici "NISORIA". Edito da Gilberto Padovan.