mercoledì, agosto 19, 2009

Sentiero Blu: Parco dello Sport, San Bortolo, Prianti, via Baeti, Croce del Gallo, via Zini, San Zeno

Il sentiero blu, lungo 10 km, dal Parco dello Sport sale a San Bortolo, di qui per via Prianti
fino al Segan e poi lambendo il confine comunale sale ancora fino alla Croce del Gallo, per poi discendere per strade bianche e sentieri attraverso contrà Marana, contrà di Mezzo fino a San Zeno e poi di nuovo al Parco dello Sport.



Si tratta di un percorso facile, ma la lunghezza lo rende adatto a quanti sono disposti a camminare per più di 3 ore su un percorso misto, fatto di tratti asfaltati, strade bianche, sentieri sassosi e prati. Il sentiero è in taluni punti sempre bagnato e fangoso, pertanto si consigliano scarponi o scarponcini da treeking.

Da molti anni ormai l'ANA Valchiampo si prende cura del percorso natura che a partire dal Gelso del parco dello Sport attraversa il parcheggio destra Chiampo e sale di qui fino alla Chiesa di San Bortolo in circa 15 minuti di cammino. E' rapido il passaggio dal rumoroso centro cittadino al rilassato versante collinare, dove il frinire delle cicale sui rami degli alberi si interrompe bruscamente al passaggio del camminatore.

Proseguendo per via San Bortolo si gira intorno all'antica chiesa e proseguendo poi in via Lipari ci si inoltra infine nei campi, contornati da pioppo bianco, ontano, salice, robinia e acero campestre.
Si ritorna poi sulla strada asfaltata, incontrando a 30' dalla partenza il bivio per contrà Orsola. La salita si fa più ripida ed incuriosisce la presenza dei vecchi paracarri in pietra, posti qui artificiosamente a decorare una proprietà privata.

Il tempo qui ha preservato i segni del secolo scorso ed ecco infatti in contrà Prianti un antico forno per il pane, usato ancor oggi di quando in quando. Son passati 50 minuti e finalmente si trova una fontana dove rinfrescarsi un poco.




Pochi minuti ancora e si arriva alla chiesetta dedicata alla Regina Pacis (Via Segan).



Il percorso prosegue girando attorno ad una villa con meridiana e salendo poi piano piano lungo via Baeti. La vegetazione si fa via via più fitta ed accanto al nocciole, alla robinia, agli aceri campestre e di monte si affermano i castagni tra i sambuchi.


Il terreno è poco profondo, con l'affioramento della roccia vulcanica dove trovano l'ambiente giusto per crescere gli ornielli, l'acero, il biancospino e la robinia. Gli scoiattoli sono numerosi e le loro sagome nero-brune corrono da una parte all'altra del sentiero come rapide ombre a svanire tra i rami. Il bosco s'infittisce e si gode la frescura nel pieno d'agosto. Il sottobosco è ricco di felce aquilina, edera elix, parietaria e nocciolo.




Ad un'ora e mezza dalla partenza arriviamo alla "Croce del Gallo", ai confini di Arzignano: un ceppo a pochi metri segna il passo tra l'Arzignano boscosa su questo lato e i ciliegi di lunga data sul versante di Roncà. La salità è ormai finita e qualche centinaio di metri in falso piano con poca salita conducono al capitello di San Camillo prima di iniziare la discesa. Siamo nel paradiso dei cacciatori, con le postazioni curate e nascoste tra i cespugli di Lauro, su piazzole di caccia protette da recinti e carrarecce sbarrate, a poche decine di metri l'una dall'altra.




La discesa dopo poco meno di due ore dalla partenza è rapida, lungo un viale di tigli su strada sterrata. Ancora scoiattoli e castagni a caratterizzare l'habitat di collina vulcanica. Arrivati sulla strada asfaltata occorre salire ancora per circa 100 metri, rpima di trovare il bivio con il sentiero che riprende a scendere e, finalmente, una panchina dove riposarsi.



Il bosco di castagno è ricco di specie curiose: la felce dolce, con le sue radici gustose che sanno un po' di liquerizia ed hanno proprietà di lassativo e colagogo, espettorante, antitussigeno e vermifugo. Non è l'unico rimedio erboristico che si trova oggi nell'area: pochi passi ed ecco l'achillea millefolium, la silene (stridoli o carletti), le plantago per le insalate, l'erba celidonia per curare i porri e le verruche, l'ortica per i risotti e le minestre, l'ipperico dai mille usi (analgesico, antisettico e antireumatico), e poi le gustose more di rovo, mature in questa stagione.




Occorre di qui in poi fare molta attenzione al sentiero, non sempre visibile e soprattutto agli improvvisi cambi di direzione, segnati dai cartelli che possono sfuggire ad uno sguardo distratto.


Il sentiero scende deciso verso San Zeno e incuriosisce l'improvviso affiorare di rocce bianche, tra i "Sassi mori" che ci hanno accompagnato per tutto il percorso: è uno strato di rocce carbonatiche biancastre incluso nella matrice di rocce vulcaniche che domina il versante. Eccoci tornati tra le strade e le piazze di Arzignano, lasciate alle spalle le colline ricche di natura e cultura contadina, sempre pronte ad accompagnarci nelle rilassate passeggiate di stagione.

1 Comments:

At 1/11/09 08:12, Blogger xorxi said...

E' incredibile che a due passi dal centro ci si immerga nella natura più viva.
Grazie
Giorgio

 

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