La dorsale dei colli che separa le valli del Chiampo e dell'Alpone scende dolcemente e raggiunge la piana nell'area tra i comuni di Montebello, Montorso e Arzignano. Ad Arzignano è la collina di San Marcello il trait d'union tra la pianura e la dorsale. Nella parte più bassa, prossima al torrente Chiampo, si passa bruscamente dalla statale trafficatissima con la zona industriale all'area agricola collinare.
Contrà Massignani è abbandonata e i prati sono stati invasi dall'orniello: presto l'acero frassineto si trasformera in un bosco rigoglioso. Anche alcuni vigneti sono stati abbandonati e le aree incolte si sono rapidamente arborate. Se l'area continuerà ad essere lasciata a se stessa tra pochi anni sarà completamente coperta da bosco. Nei pressi della contrada vi sono molti rifiuti abbandonati, anche lattine di olio d'automobile sparse.
Uno splendido esemplare di Farnia (
Quercus robur) segna il confine tra le proprietà.
Dove l'uomo non ha rinunciato a coltivare la terra, si trovano splendide vigne e prati ricchi di buon foraggio. Il substrato di origine vulcanica in alcuni punti riaffiora e in questo ambiente anche i castagni trovano un ambiente adatto. Peccato che l'aria sia oggi qui irrespirabile: il tanfo delle concerie rende meno apprezzabile il paesaggio che sarebbe qui davvero incantevole.
Salendo più su s'incontra proprio sul confine tra i comuni di Arzignano e Montorso la chiesetta di San Marcello (sec. XV-XVI). Essa è già sul territorio di Montorso ed è di proprietà della parrocchia di Montorso. La chiesetta è meta ogni anno di un pellegrinaggio dalla piana sottostante e di calorosi festeggiamenti. Pur non essendo lontana dalla statale e dalla zona abitata, gode di un buon isolamento, fasciata dal bosco dove domina la robinia, accompagnata da orniello, farnia, acero campestre, gelso, pioppo, biancospino, corniolo, roverella, nocciolo e qualche ciliegio residuo. Meta di solitarie passeggiate e purtroppo anche di qualche gesto vandalico: i vedri di una finestra sono stati rotti e nei dintorni vi sono immondizie sparse a testimoniare la cattiva educazione dei soliti ignoti.
Ad Ovest della chiesetta di San Marcello riprende il bosco che si fa più consistente e rigoglioso, salendo e infittendosi rapidamente. Anche qui si nota come l'abbandono dei campi è stato presto seguito dall'allargamento del bosco. Guardando la mappa appare evidente che la dorsale collinare è un asse portante di comunicazione tra le aree più naturalizzate della valle e la dorsale si avvicina al torrente Chiampo, altro "corridoio ecologico" importante, in due punti: all'altezza del parco dello Sport e qui, attraverso la collina di San Marcello e la valle del Pereo che scende indisturbata fino al torrente Chiampo, con un piccolo corso d'acqua perenne, circondato dalle specie più tipiche delle aree umide: ontano nero e salici. Sarebbe importante conservare intatte queste aree residue, molto importanti per la fauna. La stessa stradina bianca che collega via Costa con Montorso, dovrebbe rimanere tale e a traffico limitato perchè essa taglia in due il corridoio di collegamento tra la pianura e la collina ed è frequentata da numerosi piccoli animali che verrebbero danneggiati da un traffico più intenso (riccio, rana, orbettino, salamandra, coleotteri vari, in quet'area molto frequenti...).