mercoledì, ottobre 11, 2006

San Marcello

La dorsale dei colli che separa le valli del Chiampo e dell'Alpone scende dolcemente e raggiunge la piana nell'area tra i comuni di Montebello, Montorso e Arzignano. Ad Arzignano è la collina di San Marcello il trait d'union tra la pianura e la dorsale. Nella parte più bassa, prossima al torrente Chiampo, si passa bruscamente dalla statale trafficatissima con la zona industriale all'area agricola collinare.

Contrà Massignani è abbandonata e i prati sono stati invasi dall'orniello: presto l'acero frassineto si trasformera in un bosco rigoglioso. Anche alcuni vigneti sono stati abbandonati e le aree incolte si sono rapidamente arborate. Se l'area continuerà ad essere lasciata a se stessa tra pochi anni sarà completamente coperta da bosco. Nei pressi della contrada vi sono molti rifiuti abbandonati, anche lattine di olio d'automobile sparse.



Uno splendido esemplare di Farnia (Quercus robur) segna il confine tra le proprietà.


Dove l'uomo non ha rinunciato a coltivare la terra, si trovano splendide vigne e prati ricchi di buon foraggio. Il substrato di origine vulcanica in alcuni punti riaffiora e in questo ambiente anche i castagni trovano un ambiente adatto. Peccato che l'aria sia oggi qui irrespirabile: il tanfo delle concerie rende meno apprezzabile il paesaggio che sarebbe qui davvero incantevole.



Salendo più su s'incontra proprio sul confine tra i comuni di Arzignano e Montorso la chiesetta di San Marcello (sec. XV-XVI). Essa è già sul territorio di Montorso ed è di proprietà della parrocchia di Montorso. La chiesetta è meta ogni anno di un pellegrinaggio dalla piana sottostante e di calorosi festeggiamenti. Pur non essendo lontana dalla statale e dalla zona abitata, gode di un buon isolamento, fasciata dal bosco dove domina la robinia, accompagnata da orniello, farnia, acero campestre, gelso, pioppo, biancospino, corniolo, roverella, nocciolo e qualche ciliegio residuo. Meta di solitarie passeggiate e purtroppo anche di qualche gesto vandalico: i vedri di una finestra sono stati rotti e nei dintorni vi sono immondizie sparse a testimoniare la cattiva educazione dei soliti ignoti.



Ad Ovest della chiesetta di San Marcello riprende il bosco che si fa più consistente e rigoglioso, salendo e infittendosi rapidamente. Anche qui si nota come l'abbandono dei campi è stato presto seguito dall'allargamento del bosco. Guardando la mappa appare evidente che la dorsale collinare è un asse portante di comunicazione tra le aree più naturalizzate della valle e la dorsale si avvicina al torrente Chiampo, altro "corridoio ecologico" importante, in due punti: all'altezza del parco dello Sport e qui, attraverso la collina di San Marcello e la valle del Pereo che scende indisturbata fino al torrente Chiampo, con un piccolo corso d'acqua perenne, circondato dalle specie più tipiche delle aree umide: ontano nero e salici. Sarebbe importante conservare intatte queste aree residue, molto importanti per la fauna. La stessa stradina bianca che collega via Costa con Montorso, dovrebbe rimanere tale e a traffico limitato perchè essa taglia in due il corridoio di collegamento tra la pianura e la collina ed è frequentata da numerosi piccoli animali che verrebbero danneggiati da un traffico più intenso (riccio, rana, orbettino, salamandra, coleotteri vari, in quet'area molto frequenti...).