venerdì, agosto 25, 2006

Rovereto di Costalta



Torniamo nel bosco di Costalta, di cui già si è detto qualcosa il 13 luglio scorso. Il bosco di Costalta copre tutto il versante nord della collina di Costalta, tra i "Tre Capitelli" e Pugnello. Copre ininterrottamente una superficie di circa 57 ettari, composta per lo più da robinia, accompagnata da acero campestre, carpino bianco ma per una certa estensione anche da castagno. La parte più importante del bosco è senz'altro un'area di circa 2 ettari, occupata da farnie, che si trova su un'area poco pendente nei pressi della valle che divide in due il bosco, a circa 200 metri di quota.
Martedì ho potuto incontrare il sig. Franchetti del Corpo Forestale dello Stato, il quale ha saputo fornire la segnalazione che il CFS di Arzignano fece al Servizio Forestale Regionale già il 27 giugno 1987.
Nella lettera si legge:

OGGETTO: Comune di Arzignano - Loc. "Costalta" - segnalazione di un bosco ritenuto interessante.

Si ritiene opportuno segnalare a codesto Servizio la presenza, nella località indicata in oggetto, di un bosco meritevole di particolare attenzione.
Trattasi di un bosco misto, trattato irregolarmente, della superficie complessiva di circa 2 ettari. Il 40% della superficie è costituito da ceduo semplice invecchiato, non uniformemente distribuito, composto prevalentemente da castagno e robinia dell'età media di anni 40. Il rimanente 60% è costituito da meravigliose piante di alto fusto di Quercia farnia ben distribuite, dell'età varia dai 30 ai 80 anni, del diametro che va da cm 20 a cm 60, con prevalenza dei diametri di cm 40. L'altezza è di 30 ed oltre metri.
Sotto la farnia è presente un piano intermedio costituito da Carpino bianco, Acero campestre, Ciliegio selvatico ed un piano arbustivo costituito da Nocciolo, Orniello, Sambuco, Biancospino ecc... Lungo il confine a valle, dove scorre il torrente "Orlandi", sono presenti: Ontano nero, Olmo, Salici e Sanguinella.
Nell'insieme si nota un'abbondante rinnovazione, specie di Farnia.
L'esposizione del versante è a Nord Ovest. La pendenza è dolce (10-20%). Il terreno è di origine vulcanica, fresco, umoso, ricco, di medio impasto e abbastanza profondo.
La presenza di così belle farnie è dovuta alla lungimiranza dei padri degli attuali proprietari.
Il bosco in parola è di rara bellezza sia per la varia composizione e sia per la maestosità e rigogliosità della Quercia farnia. Sembrano un relitto delle antiche foreste che dominavano la pianura e le colline del Veneto.
Al fine di migliorare ed espandere il bosco in parola, si renderebbero indispensabili le seguenti operazioni:
1) eliminazione di tutte le piante secche, deperienti e aduggiate;
2) graduale eliminazione del ceduo con precedenza di quello di castagno fortemente parassitato dal cancro corticale;
3) diradare il sottobosco in modo di dare più luce e quindi favorire la diffusione e l'affermazione delle specie pregiate.
Il bosco in parola potrebbe anche costituire una piccola riserva per la diffusione della Farnia nelle zone limitrofe. Inoltre potrebbe essere valutata la possibilità di raccogliere dell'ottimo seme vista la rigogliosità delle piante e la numerosa presenza di rinnovazione.
Qualora codesto Servizio sia interessato alla conservazione e al miglioramento del bosco in parola, si propone che quanto evidenziato ai punti 1 - 2 e 3 sia oggetto di progetto di miglioramento boschi.
Al riguardo si segnalano i nominativi dei proprietari:
[...]

Il bosco è stato in seguito alla richiesta preservato e valorizzato anche grazie alla promozione e all'interessamento del sig. Livinio Baù.


Ecco di seguito riportato come nel volume della Regione Veneto "Biodiversità e indicatori nei tipi forestali del Veneto", curato dal dott. Roberto Del Favaro viene descritta la formazione in oggetto:

Rovereto dei substrati magmatici
p.p. Melampyro vulgati-Quercetum petraeae Puncer et Zupancic 1979
p.p. Carici umbrosae-Quercetum petraeae (Poldini 1982) ex Marincek 1994 - £ 9190; G1.8/P-41.5
(senza altre specificazioni) - # rovereto avanalpico submontano, substrati magmatici, suoli mesici
VARIANTI: dei suoli xerici

LOCALITÀ CARATTERISTICHE: Laghetto del Venda-Teolo; Restena, Costalta-Arzignano
ATTUALE GESTIONE: neo-formazione o di transizione
INDICATORI QUALITATIVI
COMPOSIZIONE ARBOREA ATTUALE
specie principali: Quercus petraea 4, Quercus pubescens 3, Castanea sativa 2
specie secondarie: Carpinus betulus, Fraxinus ornus, Acer pseudoplatanus, Sorbus domestica, Ulmus minor, Acer campestre, Prunus avium
specie accessorie: Fagus sylvatica, Sorbus torminalis, Celtis australis, Juglans regia, Laburnum anagyroides,
Olea europaea, Picea abies, Populus tremula, Prunus mahaleb, Malus sylvestris
COMPOSIZIONE DELLE SPECIE ARBOREE ECOLOGICAMENTE COERENTI
Quercus petraea, Castanea sativa, Carpinus betulus, Fraxinus ornus, Acer pseudoplatanus, Ulmus minor, Acer campestre, Prunus avium
ALTERAZIONI ANTROPICHE: ridotta in piccoli lembi o sostituita dalle colture agrarie; frequenti infiltrazioni di robinia
TENDENZE DINAMICHE NATURALI: attualmente difficilmente prevedibili; probabile aumento della copertura delle querce a scapito del castagno
POSSIBILI INFLUENZE DEGLI INTERVENTI COLTURALI SUL DINAMISMO NATURALE: la ceduazione favorisce le specie ad elevata facoltà pollonifera (castagno, carpino bianco, robinia) riducendo la presenza di rovere
RINNOVAZIONE NATURALE
modalità: facile e diffusa quella agamica; incerta quella gamica delle querce solo localmente capace di affermarsi soprattutto lungo i margini delle formazioni ove non vi sia la presenza della robinia
fattori limitanti l’insediamento: nessuno
fattori limitanti l’affermazione: quella gamica delle querce spesso limitata dall’eccessiva concorrenza o dalla copertura o da agenti patogeni fungini: Microsphaera alphitoides (oidio) e Botrytis sp.
disturbo: disordine gestionale
tolleranza copertura: non oltre un decennio quella di rovere
interventi di agevolazione: nel breve periodo non necessari
STRUTTURA SOMATICA
verticale copertura tessitura
attuale monoplano fine
tendenziale monoplano regol. colma fine
STATO VEGETATIVO
patologie: presenza nel castagno di ceppi ipovirulenti e virulenti di Cryphonectria parasitica
attacchi di insetti: defogliatori (Tortrix viridana, Lymantria dispar, rr. Operophtera brumata)
INTERAZIONI CON LA MACROFAUNA
gestione-fauna
specie negativamente sensibili agli interventi
specie attività periodo
rapaci diurni riproduzione marzo-giugno
uccelli che riproduzione febbraio-giugno
nidificano in cavità
accorgimenti colturali: conservare gli alberi con cavità
eventualmente presenti nonché soggetti con nidi di
rapaci. E’ da auspicare qualunque intervento selvicolturale che favorisca la presenza di soggetti di grandi dimensioni
INDICATORI QUANTITATIVI
INDICATORI BIOMETRICI
neo-formazioni o di transizione
altezza media (m) 16-18 (perticaia)
riferimento colturale selvicoltura di qualità
frequenza inter. intercalari 15-20
percentuale prelievo n.d.
fertilità relativa 7
STANDARD NATURALITÀ DELLA COMPOSIZIONE DELLE SPECIE ARBOREE
differenze composizione: +2 (8)
numero medio specie emerofite: 1,86
BIODIVERSITÀ
unità nel territorio
diffusione: rara
distribuzione: accorpata
contaminazione attiva: bassa
contaminazione passiva: alta
standard di biodiversità gestionale
equilibrio cronologico-strutturale
fustaia a struttura tendenziale monoplana
numero stadi sviluppo ampiezza in anni/superficie
6 15
numerosità specie vegetali
tipo n. sp. copertura n. medio intervallo
V 34 D 38,6 34-43
numerosità specie ornitiche
n. medio intervallo
da mettere in relazione alle caratteristiche della comunità ornitica della zona circostante
PREGI
PREGIO NATURALISTICO
pregio floristico e vegetazionale
indicatore pregio floristico: 1
specie pregiate: Platanthera chlorantha
pregio vegetazionale: alto
pregio faunistico
indicatore specie ad habitat protetto: 8
specie ad habitat protetto: potenzialmente presenti: falco pecchiaiolo, nibbio bruno, poiana, allocco, upupa, torcicollo, picchio verde, picchio rosso maggiore
PREGIO CROMATICO
indicatore pregio cromatico: 5,43
specie con pregio cromatico: Acer campestre, Acer pseudoplatanus, Berberis vulgaris, Castanea sativa, Celtis australis, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Crataegus oxyacantha, Fagus sylvatica, Fraxinus ornus, Laburnum anagyroides, Prunus avium, Prunus mahaleb, Prunus spinosa, Robinia pseudacacia, Sorbus domestica, Viburnum opulus
SUSCETTIVITÀ ALLE CALAMITÀ NATURALI
INCENDI
potenziale pirologico: 28/medio alto
modelli di combustibile: 7


Il bosco di Costalta si candida perciò ad essere il gioiello del patrimonio boschivo del comune di Arzignano e rappresenta il polmone verde di maggiori dimensioni del Comune.



Rovereto dei substrati magmatici

2 Comments:

At 7/9/08 15:52, Anonymous Anonimo said...

Salve, da quello che mi pare di capire il bosco non è comporsto da farnie (Quercus robur) ma da rovere (Quercus petraea)...

 
At 5/10/08 09:06, Blogger lucaz said...

confermo che questa formazione è a netta prevalenza di rovere e non farnia, d'altra parte se non fosse così non si chiamerebbe rovereto, ma piuttosto querceto di farnia...
bel blog!

 

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